Nel mio articolo precedente ho cercato di rispondere alla domanda “Perché non riusciamo a vivere il presente?” portando avanti un confronto fra il pensiero occidentale e quello cinese: se non l’hai ancora fatto, ti consiglio di leggerlo nella sua interezza, ma riassumo intanto qui sotto i concetti principali:
- cambiamento: per il pensiero cinese va assecondato perché è nella natura delle cose, per quello occidentale è un concetto scomodo e che ci fa sentire precari e senza radici
- spontaneità: per il pensiero cinese, l’essere umano dovrebbe regolare il suo agire e il suo percorso secondo il flusso spontaneo delle cose e dell’esistenza (Dao). Per il pensiero occidentale, questo viene visto come un arrendersi al caso o alle circostanze, inaccettabile per l’essere umano.
- tempo circolare / tempo lineare: il primo appartiene al pensiero cinese, che valorizza i cicli e tutte le loro fasi più o meno attive, più o meno ripetitive. Il secondo è tipico del pensiero occidentale, che vede ogni sosta o deviazione come un allontanarsi dalla meta.
- una mente o cinque shen: il pensiero cinese considera il livello mentale / psicologico / emotivo / percettivo / spirituale come un unico aspetto, le cui diverse componenti (i cinque shen) sono in continua collaborazione, coordinazione e regolazione reciproca: nessuno prevale sull’altro. Il pensiero occidentale dà grandissima importanza alla mente razionale, che è eletta a guida, giudice e capo di tutte le altre componenti dello shen.
Se mettiamo insieme tutti questi punti, vediamo bene dove sta il problema e da dove viene la nostra difficoltà a vivere il presente. La nostra idea occidentale di vita corrisponde spesso a un cammino in avanti, che non conosce né pause né interruzioni, in cui la lotta continua per “tenere le cose come sono” ci dà il senso di solidità necessario per poter camminare in avanti in mezzo a punti fermi, verso la meta che abbiamo deciso di scegliere (o che ci è stata data).
La volontà ci spinge in avanti e noi lanciamo continuamente la nostra intenzione verso il futuro, indirizzando tutte le nostre energie in un progetto immutabile (raggiungere una certa posizione lavorativa, fare abbastanza soldi per acquistare qualcosa che vogliamo, trovare un marito o una moglie con determinate caratteristiche, raggiungere una certa forma fisica, avere un figlio…).
Questa continua attenzione alla meta ci fa prendere in considerazione il presente solo come il tempo in cui si consuma l’impaziente attesa che il domani ci porti al nostro traguardo o come il momento in cui manifestano gli ostacoli da superare.
In altri casi, quando non abbiamo una meta ben precisa e non ci piace il percorso su cui siamo, ci limitiamo a lanciare la nostra intenzione in avanti al momento in cui tutto questo finirà (il weekend, le vacanze, la pensione, i figli grandi che vanno via di casa…) mentre facciamo resistenza passiva al cambiamento che ci “preme” intorno e che secondo noi ci renderebbe la vita ancora più complicata. Il presente è un momento che ci auguriamo passi in fretta, perché ci genera frustrazione e noia; il passato è un momento da rimpiangere con tristezza perché migliore o con rabbia per via di scelte sbagliate, il futuro racchiude tutta la nostra speranza.
In entrambi i casi, vivere il presente non è un’opzione possibile.
In termini di medicina cinese, questi atteggiamenti mentali / interiori sono causa di diversi disequilibri:
Non vivere il presente: disarmonie del cuore
Come già detto sopra, il cuore dovrebbe essere uno spazio vuoto in cui tutto si può manifestare. Tenerlo continuamente occupato con pensieri ed emozioni che non cambiano e, soprattutto, che restano invece di andare gli impedisce di svolgere appieno le sue funzioni (che in medicina cinese sono legate soprattutto alla chiarezza mentale e all’equilibrio emotivo).
Se il cuore è “pieno”, ci potranno essere due principali conseguenze:
- confusione: non so più cosa mi piace e cosa no, cosa va bene per me, cosa viene da me e cosa viene dagli altri, cosa desidero veramente… chi sono. Non vedo chiaro nella mia vita, quando penso a me stessa è come se guardassi in un lago il cui fondale è stato smosso e il fango intorbida l’acqua: la superficie resta opaca e impenetrabile e non è nemmeno in grado di riflettere le immagini di ciò che c’è intorno.
- agitazione: tutto ciò che “riempie” il cuore ostacola il movimento libero del suo qi (“energia”). Come reazione, il qi cerca di liberarsi forzando il blocco e, come succede con l’attrito in natura (ad esempio quando provo ripetutamente a far partire un’auto con il motore ingolfato), questo sforzo genera calore. Mi sentirò quindi sempre “agitata”: emotivamente poco tranquilla, con la sensazione di essere sempre di corsa, piena (volutamente o meno) di cose da fare e che richiedono continua attenzione, senza mai avere un attimo di quiete e con la sensazione di non poter tirare il fiato. A livello fisico, ci potranno essere tachicardia o palpitazioni, insonnia, sete, afte sulla lingua.
Questo innesca un circolo vizioso: più il mio cuore è pieno, più sono confusa e agitata e meno riuscirò a vivere il presente. Questo porterà ulteriore disequilibrio e, quindi, sempre minore chiarezza.
Non vivere il presente: disarmonie del fegato
Secondo la medicina cinese, il fegato è legato all’elemento legno e, quindi, ama la libera espansione e il libero movimento:
- la frustrazione generata dal mancato successo o dal mancato raggiungimento dei propri obiettivi lo mette in difficoltà, bloccando il libero fluire del suo qi (stasi del qi del fegato)
- la sensazione di costrizione di un presente che ci opprime o di una vita che ci fa sentire come se ci avessimo tarpato le ali costringe il qi del fegato, impedendone il libero movimento (stasi del qi del fegato)
- la rabbia contro tutto quello che ci blocca nel nostro cammino costringe il qi del fegato a dirigersi sempre verso l’alto, deviandone il flusso (fuoco di fegato)
Questo ha conseguenze sia a livello fisico che emotivo: stanchezza, senso di oppressione al petto, apatia o depressione, incapacità di sognare, digestione difficile, stitichezza, ciclo irregolare o sempre in ritardo, dolori mestruali (stasi del qi del fegato), sindrome premestruale; mal di testa, occhi rossi, calore al viso, pressione alta, scoppi di rabbia, incapacità di controllarsi, aggressività, bruciore di stomaco, reflusso, insonnia, ciclo mestruale emorragico…
Non vivere il presente: disarmonie dello shen
Per riassumere in termini cinesi il nostro atteggiamento verso presente e futuro, si potrebbe dire che iper utilizziamo lo hun (la componente dello shen legata al fegato, che sogna e progetta il futuro) per lanciare continuamente in avanti lo yi (la componente legata alla milza, che esprime l’intenzione di mettere in atto nel qui e ora), attingendo continuamente allo zhi (la componente legata al rene, che si manifesta nella volontà). Il po (la componente legata al polmone e alle reazioni istintive alle percezioni esterne) è trascurato, mentre teniamo continuamente in funzione il pensiero razionale (sempre legato allo yi della milza).
In altre parole, sovra utilizziamo la nostra capacità di sognare e progettare per lanciare continuamente in avanti pensiero e intenzione, stringendo i denti mentre andiamo avanti con la sola forza di volontà. Non ci affidiamo all’istinto che ci dice che questo comportamento è lesivo per noi anche a livello fisico, perché diamo importanza alla sola razionalità.
L’equilibrio fra le componenti del nostro livello mentale / psicologico / emotivo (i cinque shen) è rotto:
- lo hun del fegato, che per sua natura tende a essere molto yang e attivo, è iper stimolato e attivato
- lo yi della milza è iper sfruttato sia nella sua componente di pensiero razionale (che non è mai messo in pausa) che in quella legata all’intenzione: per sua natura radicata nel presente, viene costretta a un movimento continuo in avanti che non le appartiene
- lo zhi del rene viene consumato per il costante utilizzo che se ne fa
- il po del polmone riceve pochi stimoli e la sua espressione si riduce
- lo shen del cuore, che dovrebbe armonizzare gli altri quattro aspetti, è ostacolato nei suoi compiti perché il cuore è troppo “pieno”
A seconda della situazione di partenza della persona (ereditarietà), del suo stile di vita, della sua alimentazione, del modo in cui vive nel presente, nel passato e nel futuro, potranno emergere diverse disarmonie, che si manifesteranno più sul piano “sottile” (shen) o su quello “funzionale” (qi), ad esempio:
- il fegato (hun) sovrasta la milza (yi) che è indebolita (in medicina cinese, il legno invade la terra): difficoltà di digestione, senso di oppressione toracica, sensazione di groppo in gola, feci alterne (feci normali / diarrea o feci molli oppure feci normali / stitichezza o feci asciutte e dure), gonfiore addominale o dello stomaco, stanchezza, scoppi di rabbia, frustrazione, rimuginio o pensieri circolari, stanchezza fisica e/o mentale…
- il rene (zhi) è in deficit (deficit di qi o di yang di rene): stanchezza o spossatezza, freddolosità da lieve a estrema, dolore e debolezza o freddolosità a zona lombare e/o ginocchia, difficoltà di digestione, feci molli, urine notturne, eventuali perdite di urine o incontinenza, mancanza di motivazione o depressione, mancanza di volontà, gonfiore e ritenzione di liquidi alle caviglie o a tutti gli arti inferiori…
Vivere il presente: un’arte da (re)imparare
Visto il nostro punto di partenza attuale, cercare di trovare un equilibrio che ci consenta di vivere il presente può sembrare davvero difficile. Non dobbiamo però dimenticare che questa ricerca è nel nostro “dna europeo”: come ho scritto nell’articolo precedente, il filo rosso del carpe diem (“cogli l’attimo”) attraversa la nostra storia e la nostra letteratura da molti secoli.
Il pensiero cinese e l’approccio della medicina cinese sono certamente elementi che non fanno parte delle nostre radici classiche, ma proprio per questo possono aiutarci a rompere il circolo vizioso in cui ci troviamo intrappolate. L’importante è partire da piccoli passi e non pretendere di cambiare tutto e subito: i cambiamenti in natura (quindi nella spontaneità del corso delle cose, il Dao) sono raramente repentini e quando lo sono spesso accadono disastri! Ecco quindi qualche consiglio per imparare poco alla volta a vivere il presente:
- inizia a prendere coscienza dei tuoi cicli e delle tue fasi: noi donne siamo agevolate in questo processo grazie all’esperienza del ciclo mestruale. Prova a prestare attenzione a come ti senti nelle diverse fasi del ciclo non solo a livello fisico, ma anche a livello mentale, emotivo e delle tue energie: può essere utile utilizzare un quadernino per alcuni mesi. Se sei in menopausa, fai la stessa cosa con le fasi lunari.
Anche se sei un uomo puoi osservarti e appuntare come ti senti in base alle fasi della luna o alle stagioni.
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- cerca di capire di cosa è pieno il tuo cuore: quali sono le emozioni a cui ti aggrappi? Quali quelle da cui ti senti “posseduta” e che non riesci a scacciare? Quali sono i tuoi pensieri ricorrenti? Lasciare andare alcune di queste cose non vuol dire perdere te stessa o chi sei, ma solo dare la possibilità a tutte le parti di te di esprimersi liberamente.
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- prova a sperimentare modi pratici di entrare in contatto con il tuo cuore e di iniziare a svuotarlo da ciò che lo opprime: meditazione, qigong, mindfulness… le vie sono tante, scegli tu quella che più ti si adatta.
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- prendi coscienza delle diverse parti di te, anche di quelle che finora hai sempre tenuto nell’ombra perché non le hai ritenute abbastanza “vincenti” o perché ti hanno insegnato che “non vanno bene”. L’unione fa la forza: conoscere e accettare le nostre diverse componenti ci permette di rafforzare l’insieme totale che è il nostro sé.
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- accetta e apprezza il fatto che tutto è cambiamento: da un lato questo è una sfida perché ci obbliga a modificare continuamente il nostro equilibrio, dall’altro è una grande libertà. Se tutto cambia, anche noi siamo “autorizzate” a cambiare senza che questo ci svaluti o sia un segno di insuccesso. Siamo quindi libere di modificare le nostre abitudini, i nostri gusti, i nostri obiettivi, il nostro modo di relazionarci con gli altri, il nostro lavoro o corso di studi, la città o il paese in cui viviamo, il nostro modo di vestirci, l’aspetto della nostra casa…
Se la vita è fatta di cicli (come scopriamo auto osservandoci), allora è naturale che all’interno di ogni fase del ciclo o di cicli diversi ci venga naturale cambiare (e sentirci libere di farlo). Questo ci aiuta a liberarci dalla frustrazione che nasce dalla sensazione di essere intrappolate in qualcosa di immutabile.
- allena la tua intenzione, ossia la capacità di focalizzarti sul qui e ora, di stare dentro l’azione che stai facendo. Questo è forse il passaggio principale per iniziare a vivere il presente.
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Francesca Cassini
La medicina cinese al femminile