Quando parlo con le mie clienti, molto spesso esce fuori il tema delle emozioni: per ognuna di noi in particolare alcune emozioni sono difficili da gestire più di altre.
Ma perché questo aspetto della psiche ha con ciò che chiamiamo il nostro Io un rapporto così conflittuale? E perché questa difficile relazione si riversa spesso sul corpo, causando quelli che abbiamo imparato a definire “disturbi psicosomatici”?
Quando le emozioni sono difficili: un vento che ci sposta
Secondo la medicina cinese, le emozioni sono movimenti del qi (l’insieme di energia, funzioni, comunicazione… del nostro organismo). Questo significa che ogni singola emozione causa dentro di noi una sorta di spostamento del normale baricentro, indirizzando le nostre funzioni, la circolazione delle sostanze del nostro corpo, la nostra intenzione e attenzione in zone diverse da quelle attive in assenza di specifiche emozioni.
Ma quali sono questi movimenti?
- Rabbia: fa salire il qi (“energia”), colpendo soprattutto torace, gola e testa. Quando ci arrabbiamo infatti sentiamo la faccia calda, il viso si arrossa, lo sguardo cambia completamente di intensità e qualità, proviamo un senso di agitazione o oppressione al torace, può venirci mal di testa.
- Paura: fa scendere il qi. Quando ci spaventiamo infatti sentiamo che il sangue va via dal viso (che diventa pallido), le gambe tremano, se lo spavento è molto forte possiamo anche perdere il controllo di vescica e intestini (da cui il detto “farsela sotto dalla paura”).
- Tristezza: porta il qi all’interno e “consuma” le energie del polmone. Quando siamo tristi infatti ingobbiamo la schiena e chiudiamo il torace, spesso sentiamo un nodo in gola (collegata al polmone), non abbiamo voglia di relazionarci con ciò che è fuori da noi, ci sentiamo “a terra”.
- Rimuginio: annoda il qi. Quando rimuginiamo infatti ci sentiamo presi in un circolo vizioso di pensieri, continuiamo a ripetere le stesse attività in modo circolare, possiamo sentire “un nodo allo stomaco” che rende difficile la nostra digestione (fisica e metaforica).
- Gioia / euforia: rilassa il qi, gli fa perdere compattezza. Quando siamo troppo “eccitati” da qualcosa di positivo infatti il nostro cuore “perde il ritmo”: inizia a battere più velocemente oppure ne percepiamo i battiti anche se non mettiamo la mano sul petto o anche sentiamo “sfarfallii” nel petto (che corrispondono a extrasistole).
Questi movimenti del qi (“energia”) di per sé non sono negativi, anzi, danno dinamismo e vivacità alla nostra parte mentale / psichica e anche al nostro aspetto fisiologico e fisico. Detto in altri termini, aiutano il dinamismo e la vitalità di tutto il nostro sistema.
Il problema sorge quando queste emozioni normali, che sono una nostra risposta a uno stimolo, si trasformano in emozioni difficili da gestire: il loro movimento diventa una sorta di “tornado” che sposta il nostro equilibrio e ci impedisce di ritrovarlo.
Questo accade quando le emozioni sono troppo frequenti o ripetute, quando le reprimiamo o quando non siamo capaci di vederle per quello che sono e ci identifichiamo con loro.
Per capire più a fondo la natura delle emozioni e la loro influenza sul nostro sistema mente-corpo, puoi leggere i miei due articoli di approfondimento: Emozioni e medicina cinese: stimoli alla nostra vitalità e Emozioni in medicina cinese: quando il troppo stroppia.
Quando le emozioni sono difficili: l’importanza di tornare al centro
Per evitare questo “effetto tifone”, che ci sposta dal nostro asse e ci impedisce di vedere noi stessi e la realtà esterna con lucidità, la medicina cinese sottolinea l’importanza di tornare al centro.
“Per questo l’essere superiore se viene preso dalla collera ritorna al centro e si rasserena, se dall’euforia torna al proprio centro e la riconduce alla rettitudine, se dall’ansia torna al proprio centro e l’allevia con la volontà, se dalla paura torna al proprio centro e la compensa con la propria essenza (jing). La questione dell’imprescindibile necessità di tornare al centro sta in questo modo; così si giunge alla via, si fiorisce e ci si eleva”
Chunqiu Fanlu cap. 77 (tradotto da Giulia Boschi)
Come spiega questo antico testo cinese, quando si prova un’emozione è importante sicuramente prendere contatto e viverla, ma poi è necessario “tornare al proprio centro” e rielaborarla. Questo è importante soprattutto quando le emozioni sono difficili per noi, ossia quando si “smuovono” particolarmente.
Questo processo di rielaborazione può essere svolto solo creando uno spazio tranquillo e sicuro dentro di noi, dove possiamo contattare la calma necessaria a vedere ogni emozione per quello che è: un movimento fisiologico ma temporaneo del nostro qi (“energia”), che come arriva poi passa.
Questo non significa “razionalizzare” le emozioni o scacciarle con la forza di volontà, ma prendere contatto con il loro vero significato, capire da dove arrivano e cosa in noi le ha scatenate, accettare che siano normali e fisiologiche e poi lasciare che questo movimento si esaurisca.
Secondo la medicina cinese, il nostro centro, lo spazio di quiete al nostro interno è rappresentato dal cuore. Il cuore è considerato la casa del nostro livello mentale / psicologico / emotivo (in medicina cinese shen): nonostante in noi convivano cinque diversi aspetti di questo livello (hun e po, yi e zhi, shen) è grazie al cuore che ci è possibile armonizzarli in una personalità unica ed esprimerli nella nostra vita in modo sereno, costruttivo ed equilibrato.
Il ritorno al nostro centro è quindi inteso come un ritorno al cuore, dove possiamo vedere con chiarezza quali emozioni ci agitano e rasserenarci a sufficienza da poterle trasformare. Perché questo sia possibile, il nostro cuore dev’essere vuoto, ossia capace di riempirsi di ciò che la vita ci offre per poi lasciarlo andare.
Rendere il cuore vuoto non è un processo semplice, ma è il modo in cui possiamo aiutarci a non “perdere la testa” quando le emozioni sono difficili. Sono molte le vie possibili per svuotare il cuore: in Occidente abbiamo la mindfulness e la psicoterapia, ma anche la medicina cinese può proporre tecniche millenarie per arrivare, un passo alla volta, a questo risultato.
Se vuoi capire meglio come lavorare sulle emozioni per lasciarle andare, ti suggerisco di leggere i miei articoli Fermare il rimuginio per lasciare andare ciò che ci portiamo sulle spalle e Gestire la rabbia per trasformarla in creatività.
Le emozioni e lo scontro con la razionalità
Molto spesso le emozioni per noi sono difficili perché si scontrano con un aspetto che nel nostro mondo occidentale e contemporaneo è esaltato all’ennesima potenza: la razionalità.
Da secoli infatti tutti i pensatori più noti e anche il pensiero popolare non hanno fatto altro che dirci che la razionalità (mente, cervello, intelletto… o altri sinonimi) è superiore, mentre le emozioni (o i sentimenti) sono inferiori e quindi vanno domate e controllate.
Questo modo di vedere le cose ci abitua a creare scontro, opposizione e conflitto dentro di noi, come se davvero mente ed emozioni fossero due cose diverse. La medicina cinese come sempre ha un punto di vista molto più sistemico:
- non esiste una dicotomia mente / corpo, perché l’aspetto mentale / psicologico / emotivo in tutte le sue sfaccettature è chiamato con una parola sola: SHEN. In questo modo è impossibile stabilire una gerarchia fra quello che è meglio e quello che è peggio. C’è invece la consapevolezza che ogni parte di questo aspetto ha funzioni diverse ed è complementare alle altre e indispensabile all’equilibrio dell’insieme
- la percezione e l’elaborazione delle emozioni sono funzioni dello shen nel suo complesso: tutti i suoi diversi aspetti sono indispensabili allo scopo
Secondo la medicina cinese, la capacità di elaborare un pensiero razionale e lineare è legata alle funzioni della milza, che gestisce l’assimilazione fisica e mentale (studio, esperienze…). Utilizzare in eccesso la capacità di razionalizzare porta a due conseguenze indesiderate:
- un indebolimento del qi (“energia”) della milza, che non riesce più a sostenere il processo digestivo e, quindi, può causare digestione lenta, feci molli, gonfiore e sonnolenza dopo i pasti…
- una repressione quando le emozioni sono difficili per noi e quindi non accettabili razionalmente. Reprimere le emozioni equivale a bloccare un movimento del qi (“energia”): quando questa energia / forza inespressa ristagna all’interno del nostro organismo si possono avere conseguenze come irritabilità, dolore, sindrome premestruale, dolore mestruale, tensione muscolare…
Se vogliamo imparare a svuotare il cuore e a reagire in modo sereno quando le emozioni sono difficili, quindi, dobbiamo imparare ad accettare che la razionalità è solo una delle parti della nostra mente / psiche / emotività (del nostro shen) e a darle spazio solo quando è il momento giusto.
Se vuoi capire meglio quali altri strumenti può offrirti la medicina cinese per sostenere le tue capacità di gestire le emozioni, puoi leggere i miei due articoli Equilibrare le emozioni: i meridiani luo e il tuina e La gestione delle emozioni: evoluzione emotiva e meridiani luo.
Francesca Cassini
La medicina cinese al femminile