24 Novembre 2017

Corpo e mente in equilibrio: la visione della medicina cinese

Articolo originale pubblicato sul blog del Centro Eliodoro

Come abbiamo già detto nei due post precedenti (1 e 2) dedicati a questo argomento e durante i primi due incontri del ciclo “La medicina cinese: 5000 anni di salute e benessere”, la parola “equilibrio” è uno dei cardini della medicina cinese.
Equilibrio significa rapporto dinamico fra elementi di pari importanza, che sono in relazione fra loro e formano un insieme armonico. Questo discorso vale anche per quello che in occidente da sempre definiamo “rapporto mente-corpo”.
 

Per la medicina cinese, non esiste una divisione così netta fra questi due ambiti: non sussiste l’idea che il corpo sia una sorta di veicolo o di contenitore per un ospite più importante chiamato mente (o anima, spirito, intelletto…).
Corpo e mente/anima sono solo due facce della stessa medaglia: il corpo è la faccia yin, che fornisce la struttura, il substrato materiale, l’espressione visibile; la mente/anima è la la faccia yang, che riunisce i processi cognitivi, emotivi, espressivi, di relazione, immaginativi…, è la componente sottile e invisibile.
Come due facce della stessa medaglia, però, questi aspetti sono inscindibili l’uno dall’altro: senza la mente/anima (in cinese, Shen) la nostra parte fisica sarebbe viva solo in senso vegetativo; senza la componente corporea, non ci sarebbe nulla a tenere unite le diverse sfaccettature del nostro shen e, quindi, noi non esisteremmo.

Corpo e mente: una relazione inscindibile

Struttura fisica e Shen sono talmente intrecciati che la medicina cinese dice che a ogni organo del corpo corrisponde uno Shen peculiare, con sue proprie funzioni e caratteristiche, ed è al contempo legata una specifica emozione.
Ad esempio, al Fegato (collegato all’elemento Legno e caratterizzato dal movimento di espansione ed esternalizzazione) corrisponde lo Hun, una parte del nostro mentale legata all’intraprendenza, alla progettualità, al sogno (diurno e notturno), alla relazione con ciò che è altro da noi; l’emozione corrispondente è la rabbia, che ci spinge a “lanciarci” contro gli altri in modo impulsivo.
Se sei interessata a saperne di più sulla visione della rabbia in medicina cinese e sulla sua gestione, puoi leggere il mio articolo Gestire la rabbia per trasformarla in creatività.
 

La relazione, come sempre in medicina cinese, è biunivoca:

  • la componente Shen influenza il funzionamento dell’organo corrispondente, che ne è la controparte materiale. Ad esempio, la repressione della rabbia o la frustrazione dei propri sogni hanno un impatto negativo sulle funzioni energetiche del Fegato (anche da noi si dice “mi sono fatto il fegato marcio”, “mi rodo il fegato”…). Questo corrisponde a quello che, a partire dal Novecento, la medicina occidentale ha definito come “disturbi psicosomatici”;
  • anche il funzionamento dell’organo ha un impatto sullo Shen, che ne è la controparte sottile: ad esempio, se il Qi (“energia”) del Fegato non fluisce scorrevolmente o se nel sistema del Fegato si crea una situazione di Calore, si presenteranno nervosismo, irritabilità o addirittura scoppi di rabbia ingiustificati. L’altra faccia della psicosomatica è la “somatopsichica”…
Per questo, è molto importante che le componenti di quel tutto che si chiama “persona” siano ben equilibrate ognuna per sé e anche fra di loro.
Ad esempio, trascurare i bisogni del corpo, trattandolo come “macchina da lavoro”, ha dei riflessi negativi anche sulla nostra parte mentale ed emotiva.
Viceversa, prestare attenzione solo ai bisogni materiali senza ascoltare le nostre emozioni e la nostra interiorità può portare a lungo andare anche a disturbi sul piano fisico.
 
Francesca Cassini
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