3 Novembre 2017

Medicina cinese: equilibrio fra olismo e individualità

Articolo originale pubblicato sul blog del Centro Eliodoro
Come già abbiamo visto nel post precedente e durante il primo incontro della serie La medicina cinese: 5000 anni di salute e benessere, la parola “equilibrio” è centrale nella visione cinese della salute e del benessere. 
L’equilibrio per sua natura è sempre dinamico e mai statico: come quando si sta in piedi, non è possibile restare perfettamente immobili, ma occorre riaggiustare continuamente la propria posizione per non cadere.
Questo equilibrio dinamico esiste anche fra due aspetti apparentemente contrastanti della medicina cinese: la sua visione olistica (e quindi globale) dell’essere umano e la grande attenzione alle caratteristiche individuali e quindi uniche di ogni persona con cui si lavora.

  • Visione olistica: per la medicina cinese, l’essere umano è un microcosmo che rispecchia in sé caratteristiche e processi del macrocosmo (ossia dell’universo in cui viviamo). Non è quindi possibile esaminare una sua parte senza tenere conto delle relazioni con tutte le altre, dell’influenza che ha e che subisce rispetto agli altri elementi dell’insieme. Per fare un esempio, ogni organo del corpo ha funzioni energetiche che spaziano in sfere anche molto distanti da quella che è la sua collocazione fisica ed è in collegamento con tessuti, distretti e facoltà mentali ed emotive che per la nostra medicina occidentale non sarebbero di sua pertinenza.
    Il Rene, ad esempio, è considerato responsabile non solo della produzione dell’urina, ma anche della sua emissione (regolando l’apertura del relativo sfintere); controlla inoltre l’energia (Yuanqi) alla base di tutto il nostro metabolismo ed è legato alla sfera sessuale e riproduttiva. È collegato ai capelli, ai denti e alle ossa e ha importanti ripercussioni anche sulla funzione digestiva. Se problemi di digestione, quindi, oltre a pensare allo stomaco non potrò esimermi dall’accertarmi se non sia presente anche un disequilibrio legato al rene.
    Nella visione olistica, inoltre, la componente fisica e quella mentale/emotiva sono considerate strettamente intrecciate: non esiste una divisione fra corpo e anima o corpo e mente, ma ogni organo ha un aspetto fisico (legato alle sue funzioni metaboliche) e uno sottile (legato alle funzioni mentali, alle emozioni, all’aspetto psicologico).
    L’uomo non può essere quindi frazionato in tanti pezzetti diversi, da esaminare separatamente, ma dev’essere guardato nella sua interezza (olismo), tenendo conto delle relazioni fra i vari aspetti che lo compongono, per poterne comprendere sia l’equilibrio che i disequilibri. Rispetto alla nostra visione occidentale (che annovera specialisti diversi per diverse zone del corpo e poi altri differenti per i problemi legati alla sfera psichica), la medicina cinese ha una visione molto più globale.
  • Prospettiva individuale: ogni individuo è un mondo a sé stante: le sue caratteristiche (fisiche, spirituali, intellettuali) sono uniche e non si ripetono nella stessa combinazione per nessun’altra persona. Ognuno di noi, poi, conduce una vita diversa da quella degli altri per lavoro, abitudini, orari, luogo di residenza, alimentazione, incidenti subiti e malattie contratte, interazioni con l’ambiente esterno, ecc. Questo mix specifico di innato (ciò che è con noi fin dalla nascita, che ci hanno tramandato i genitori e che ha influenzato la nostra formazione durante il periodo della gestazione) e acquisito (la vita che abbiamo condotto in passato e che conduciamo nel presente) fa sì che ogni persona sia da trattare come un caso specifico.
    Tutto questo è evidente anche semplicemente osservando come individui diversi reagiscano alla stessa situazione: ad esempio, se persone diverse prendono freddo perché escono senza giacca, qualcuno probabilmente tornerà a casa un po’ infreddolito, ma senza avere conseguenze; qualcun altro prenderà un raffreddore; altri avranno problemi intestinali; altri ancora mal di gola e febbre; altri infine solo un po’ di freddolosità accompagnata dalla sensazione di avere le ossa rotte.
    Questo succede perché il nostro innato e il nostro acquisito determinano la diversa capacità del nostro Qi (“energia”) e dei nostri organi di reagire agli stimoli esterni. Di conseguenza, un trattamento in base alla medicina cinese sarà diverso in base alla situazione reale di chi ci si trova davanti.
    La prospettiva individuale non tiene conto solo della diversa costituzione energetica, ma anche della diversità dei sintomi presentati dalla persona: se l’individuo A ha raffreddore con starnuti, freddolosità, scolo nasale acquoso e l’individuo B un raffreddore con muco giallo e denso, sensazione di ottundimento e mal di gola con bruciore, come potrei pensare che hanno lo stesso problema e trattarli quindi allo stesso modo? In entrambi i casi, la medicina cinese individua un disequilibrio specifico e, quindi, un metodo mirato per riportare l’equilibrio.
    Da questo punto di vista, quindi, la medicina cinese è molto più analitica rispetto alla nostra visione occidentale, che ragiona per malattie generiche e non per singoli casi e che spesso utilizza lo stesso farmaco per situazioni individuali anche molto diverse.
L’equilibrio fra queste due diverse componenti (olistica/macro- e individuale/micro-) del pensiero cinese ci fa avvicinare a uno dei concetti base della medicina cinese, ossia il ragionamento bipolare e correlativo (diversissimo dall’esclusione degli opposti tipica del pensiero occidentale) che è bene esemplificato dalle due polarità Yin e Yang.
Francesca Cassini
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